"Un giorno..."

 

 

 

"... Un giorno mi sono svegliato con la frenesia di tirare fuori le mille facce che abitano presso di me, e trita e ritrita, pesta (la pasta), ripesta e rimpasta, dalle mie dita sono nate le maschere che vi mostro in queste pagine. Tante facce prese in prestito ("Una faccia in prestito", Paolo Conte, 1995), ognuna con una vita diversa, sono il vero volto del mio immaginario, costruito giorno per giorno da un'osservazione attenta (o disattenta) della realtà e della sua varia umanità..."

"Rendetemi la mia faccia", dice Rorschach al termine del V capitolo di Watchmen (Alan Moore & Dave Gibbons, 1986-87), quando il poliziotto gli strappa la maschera dal volto: quasi per suggerire che la nostra vera faccia non è quel brandello di carne che solitamente ricopre il nostro teschio, non è quella che ci portiamo appresso tutti i giorni, con espressioni diverse per ogni circostanza, no, quella è solo una maschera...

Le mie maschere sono realizzate in unica copia senza l'uso  di un calco, modellando la cartapesta (papier machè) prodotta manualmente secondo una ricetta ben collaudata, a base di carta macerata e ingredienti (colle, leganti, gesso, ecc.) di ottima qualità. Dopo l'essiccazione, sono rifinite e dipinte a mano, con colori acrilici o ad olio. Talvolta sono completate con l'uso di altre tecniche (rivestimento a collage, decoupage, ecc.) o con l'applicazione di oggetti di varia natura.

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Le maschere hanno avuto su di me, da sempre, un richiamo irresistibile. Mi ha sempre affascinato il mistero di un'altra personalità che si sovrappone a quella originale, o, se vogliamo, che la nasconde. Il desiderio di costruire maschere mi si è presentato, urgente, come un modo di dare volto e sostanza alla mia vena artistica. Mi sono reso conto che, più che da un ritratto dipinto in modo tradizionale, l'essenza di un personaggio (reale o immaginario), ma anche un concetto, potevano più direttamente esprimersi in forma di maschera.
Spesso, durante l'esecuzione di una maschera, prima ancora di sapere chi o che cosa ne verrà fuori, sento che dalla materia che sto lavorando  deve assolutamente formarsi un nuovo volto, una nuova espressione... E, magari quando la maschera è finita, comincio a riconoscere una persona che mi ha ispirato, chissà quando, o chissà dove. La scelta dei colori è l'ultima fase della costruzione, quella che permette alla maschera di diventare "personaggio", e talmente "persona" che posso attribuirle un nome.

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*** Testi, disegni e immagini, quando non diversamente indicato, sono di Marco Colla.                   

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